Amore e sessualità

Adeguarsi al ruolo o oltre i ruoli?

Un tema che si trova in diversi film è quello dell’amore tra uomo e donna che, per andare oltre agli schemi predefiniti dell’interdipendenza, deve superare il suo darsi inevitabilmente sul piano della sessualità per realizzarsi sul piano della dialogicità.

Questo tema è trattato anche nei film della saga di Twilight, più che altro però come un tentativo soltanto abbozzato nel primo dei film della serie, ma poi abortito nei film successivi, nei quali i due protagonisti ritornano a un rapporto di tipo tradizionale, che ha la conseguenza disastrosa della necessità per Edward di vampirizzare Bella al fine di evitarne la morte.

Al termine della saga i due protagonisti vengono quindi dapprima riconfermati nei ruoli di carnefice e vittima, di soggetto e oggetto, dopo di che avviene l’adeguamento del femminile al ruolo del maschile, anziché il superamento dei relativi ruoli su un piano superiore di riflessione.

Un altro film in cui, come nella saga di Twilight, il personaggio femminile si adegua a un ruolo maschile e che, come ne L’ultima offerta, ha un finale deludente e che inaspettatamente ribalta quelli che sembravano fino ad allora i suoi esiti, è Nymphomaniac (2013) di Lars von Trier, a causa della sua lunghezza distribuito in due parti, chiamate come nel caso di Kill Bill, Volume 1 e Volume 2.

Joe, la protagonista femminile che non a caso ha un nome maschile, viene trovata sanguinante e semisvenuta in un vicolo da Seligman, un pensionato dalla vita tranquilla.
Egli se la porta a casa e la cura, quindi Joe si confida con lui come in una lunga confessione o come in una interminabile seduta psicoanalitica.

Ella gli racconta tutta la sua vita, fortemente segnata da un iper-erotismo che ne ha dominato quasi tutti i tempi e gli spazi, complicando e danneggiando i suoi rapporti sociali, familiari, affettivi e lavorativi.
La storia viene narrata con una serie di flashback, nei cui dettagli scabrosi non è qui il caso di addentrarsi, ma della quale è sufficiente ricordare qualche episodio significativo.

Fin da ragazzina Joe ha avuto molti rapporti sessuali al giorno con decine di uomini diversi, che lei seduce nei modi più diversi e il cui via vai fa fatica a gestire.

Quando con H, uno dei suoi amanti, lei usa come scusa per allontanarlo il fatto che lui sia sposato con figli, ma in realtà lo fa soltanto perché sta aspettando un altro uomo, si assiste alla scena grottesca in cui, non appena lui torna da Joe dicendole di aver lasciato la famiglia, lei si accorge che sul suo pianerottolo ci sono i figli e la moglie di H, la quale ultima ha accettato, sia pure con riluttanza la decisione del marito, ribadendo la sua dipendenza da lui.

Questa intensa attività sessuale non impedisce a Joe di andare a vivere insieme con Jerôme, forse l’unica persona della quale è stata innamorata, e di fare un figlio con lui.
Durante uno dei rapporti sessuali con Jerôme, Joe scopre di non riuscire più ad arrivare all’orgasmo, episodio per lei estremamente drammatico che la porta ad intensificare ulteriormente la sua attività sessuale per cercare ossessivamente di tornare a provare piacere.

Lui non riesce a sopportare i ritmi sessuali imposti dalla compagna e le propone quindi di ritornare ad avere rapporti intimi con altri uomini, cosa che lei accetta.

Ma Joe riesce a raggiungere di nuovo l’orgasmo solo sottoponendosi alle pratiche sadiche estremamente crudeli di K, e la sua nuova passione per il masochismo la porta a trascurare la famiglia e il figlio per recarsi da K ad ogni ora in cui lui glielo ordina; Jerôme decide quindi di abbandonare Joe portandosi via il bambino.

Non è necessario neanche raccontare le circostanze che hanno portato Joe ad essere vittima della violenza da cui Seligman l’ha soccorsa; l’importante è che alla fine del suo racconto Joe è soddisfatta di essere stata forse per la prima volta nella sua vita ascoltata e capita.

Infatti Seligman le dice cose molto significative a proposito di come le azioni di un uomo o di una donna siano giudicate differentemente a causa della cristallizzazione del maschile e del femminile in ruoli predeterminati:
All’inizio mi hai detto che il tuo unico peccato è quello di aver chiesto troppo al tramonto, che credo significhi che avresti voluto di più dalla vita.
Eri un essere umano che chiedeva che i suoi diritti fossero rispettati, e più di questo, eri una donna che li domandava!
Pensi che se due uomini avessero adescato donne su un treno qualcuno avrebbe battuto ciglio? O se un uomo avesse condotto una vita come la tua?
E la storia a proposito della signora H sarebbe risultata assolutamente banale se tu fossi stata un uomo e la tua preda una donna.
Quando un uomo abbandona i suoi figli a causa del desiderio sessuale, lo accettiamo con una smorfia, ma tu, come donna, hai dovuto sopportare il peso della colpa, una colpa che non potrà mai essere dimenticata.
E tutto insieme, tutta la colpa e il risentimenti che si sono accumulati dentro di te sono diventati troppo da sopportare.
E hai reagito in maniera aggressiva come se fossi stata un uomo devo dire. E hai combattuto. Hai combattuto contro il genere che ti ha oppresso e mutilato uccidendo te e milioni di altre donne!

Joe capisce di aver incontrato un uomo che per la prima volta nella sua vita le è stato soltanto amico, quindi si addormenta, per una volta felice.

Come nel caso de L’ultima offerta, se questa fosse stata l’ultima scena del film, essa avrebbe trasmesso un messaggio evolutivo circa il rapporto uomo-donna, ovvero che né la ricerca ossessiva della sessualità e dell’orgasmo né l’assunzione da parte della donna di atteggiamenti propri del ruolo maschile sono elementi che causano nella relazione un salto di qualità in termini di felicità e di soddisfazione, quanto viceversa lo sono il dialogo e la profonda comprensione reciproca.

Ma la scena successiva, in cui Joe si sveglia di soprassalto e vede Seligman nudo che cerca di far l’amore con lei, e lei lo uccide sparandogli per poi fuggire, nega con violenza la possibilità di un rapporto tra uomo e donna che si limiti all’amicizia e al dialogo, riaffermando la inevitabilità del sesso, della violenza e in ultima analisi della interdipendenza.

2 pensieri riguardo “Adeguarsi al ruolo o oltre i ruoli?

  1. Ciao
    Premetto che non ho visto il film… ma sono stata stimolata dalle riflessioni
    Il nome maschile della donna lo leggo come il compito a lei assegnato di testimoniare la sua capacità riflessiva, la sola che le permette di riconoscersi e farsi riconoscere non uomo ma Uomo.
    Joe sembra testimoniare il fallimento di un determinato modo di procedere, proprio per farsi Uomo, non tanto perché si fa simile all’uomo: sesso libero…. senza colpa…, ma in quanto continua a confermare quanto da sempre è nella relazione di non amore. Relazione ove fondamentalmente l’uomo è il pene, anche per la donna, e la donna la vagina e le tette, anche per l’uomo. Cioè ognuno, sia uomo che donna, utilizza l’altro facendone lo strumento per il proprio appagamento egoico .
    L’uccisione dell’uomo è in qualche modo uccidere una modalità di essere donna, modalità fino a quel momento per lei unico valore… perché, forse, solo così potrà uscire dalla interdipendenza nella relazione con l’altro, e fare esperienza dell’amore. Bianca

    "Mi piace"

    1. Grazie Bianca! Mi hai fatto cogliere due nuovi temi di riflessione molto interessanti proposti dal film.
      La donna deve farsi Uomo (Homo) testimoniando la propria funzione riflessiva, non uomo (vir) strumentalizzando e oggettualizzando il partner nel perpetuare quelle che sono (hai detto molto bene) relazioni di non amore.
      Il finale non è completamente negativo, perché rappresenta l’uccisione simbolica di una vecchia modalità relazionale nella quale fino ad allora Joe si era identificata

      "Mi piace"

Lascia un commento